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Toronto, arrestato boss 'ndrangheta
Preso il latitante Antonio Commisso


Lo hanno cercato per mesi. E alla fine lo hanno scovato in Canada. Il boss della 'ndrangheta Antonio Commisso, 49 anni, detto "l' avvocato" e capo dell' omonimo clan operante a Siderno, nel Reggino, è stato arrestato. La sua latitanza è finita in una villa di Toronto dopo un blitz della polizia di Stato italiana e canadese. Commisso è accusato di aver gestito il traffico di droga in Canada, Stati Uniti e Australia.

Si nascondeva in una villa ricchissima a Woodbridge, uno dei quartieri più esclusivi di Toronto, la "primula rossa" di Siderno. Lì poteva contare su appoggi sicuri da parte di numerosi parenti e sodali, che negli ultimi trent'anni hanno prima fondato e poi sviluppato il "Siderno group", il più potente sodalizio criminale calabrese, che opera soprattutto nel traffico internazionale degli stupefacenti e che, secondo gli inquirenti, siede a pieno titolo nel governo di Cosa Nostra, dopo la crisi attraversata dai clan siculo-americani, in molti casi sostituiti nella direzione dei traffici illeciti dagli emergenti ispanici e dalle triadi cinesi.

Antonio Commisso era stato individuato circa un mese fa dagli investigatori della sezione catturandi della polizia di Stato, guidata dal vicequestore Renato Panvino, della squadra mobile di Reggio Calabria, e da elementi del Servizio centrale operativo e dell' Interpol. Gli investigatori lo hanno bloccato al suo rientro a casa dopo una corsa nel parco vicino alla sua abitazione.

Come ogni mattina, infatti, il boss sidernese era uscito per fare footing. Durante la sua assenza, i poliziotti italiani e gli uomini della Cfse, la Combined forces special enforcement della polizia canadese, sono riusciti a penetrare nella sua villa. Quindi hanno aspettato che rientrasse e lo hanno bloccato proprio mentre finiva di indossare l' accappatoio dopo aver fatto una doccia.

Da quanto si è appreso, sulle spalle di Antonio Commisso grava una condanna definitiva per associazione mafiosa finalizzata alle rapine, al traffico di droga e al condizionamento della competizione elettorale.

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