Fisio Linea - - Linea Italiana 100% Naturale
Prodotti professionali per i capelli e il cuoio capelluto
Tel. ( 809 ) 508 - 0322
Fisio Linea
Fondato da Giovanni GARIBALDI     
    GLI SPECIALI DEL CORRIERE:
   
Approfondimenti
di Giovanni GARIBALDI
 
<< RITORNARE
ITALIA & ITALIA
Edizione di fine settimana
IL CORRIERE IN EDICOLA

REPUBBLICA DOMINICANA
COMUNITA'
ITALIA
EUROPA
MONDO

IL PASTONE
ANALISI

OPINIONI

GLI SPECIALI DEL CORRIERE
EDITORIALE
RIFLESSIONE DI OGGI

CERCO LAVORO
L'OCCASIONE
E-MAIL
CHI SIAMO
MAIL-LIST

FOTO DEL GIORNO
PUBBLICITA'

<< RITORNARE

Acqua: forum e controforum tra Kyoto e Firenze

Il 2003 è stato dichiarato anno mondiale dell' acqua e il 22 marzo è la giornata mondiale. Il dominio delle Tre sorelle.

Al vertice di Johannesburg 2002 sullo sviluppo sostenibile, la montagna partorì il topolino: dopo molte discussioni e infiniti compromessi, si è concordato l'obiettivo di dimezzare entro il 2015 il numero di persone che non hanno accesso all'acqua. Ottimo intento: ma come e con quanti soldi? Soprattutto: i soldi di chi? Intanto l'Unicef il 10 marzo ha comunicato che 1 milione 600 mila bambini muoiono ogni anno nel mondo a causa di malattie riconducibili all'acqua contaminata.

2003: ANNO MONDIALE DELL'ACQUA - Il tema acqua, quindi, è fondamentale (al prossimo G8 Chirac l'ha voluto all'ordine del giorno) e l'Onu ha dichiarato il 2003 anno internazionale dell'acqua e il 22 marzo giornata mondiale dell'acqua. In Giappone dal 16 al 23 marzo, tra Kyoto, Shiga e Osaka, si tiene il terzo forum mondiale dell'acqua per fare il punto delle azioni intraprese e gettare le fondamenta del percorso futuro. Ma molte organizzazioni non governative antiglobaliste hanno indetto a Firenze un controforum per il 21 e 22 marzo per proporre soluzioni alternative agli attuali modelli di privatizzazione dei servizi d'accesso e distribuzione dell'acqua.

"LE TRE SORELLE" DELL'ACQUA - Il mercato privato dell'acqua potabile è dominato nel mondo da tre società europee: le francesi Suez (con la divisione Ondeo) e Vivendi (ex Compagnie Générale des Eaux), e la tedesca Rwe (con la divisione Thames Water). Vivendi e Suez hanno stretti rapporti con il governo francese. Secondo un' inchiesta di Icij (International Consortium of Investigative Journalists) in Europa e Nord America nei prossimi 15 anni il 65-75% degli acquedotti pubblici sarà controllato da queste tre società, che hanno operato in stretto contatto con la Banca mondiale e hanno svolto un'intensa opera di lobby a favore della privatizzazione del settore acqua. Le società affermano che il controllo degli acquedotti in mani private alla lunga abbassa i costi per il consumatore e diminuisce gli sprechi, l'Icij ribatte con il pericolo di monopolio, l'aumento dei prezzi dell'acqua degli ultimi tempi (in Italia ne sappiamo qualcosa) e il maggiore divario tra ricchi e poveri.
Suez è presente in 130 nazioni e serve 115 milioni di consumatori: il settore acqua nel 2001 ha fruttato circa 9 miliardi di dollari di guadagni. Vivendi ha 110 milioni di consumatori in oltre cento Paesi: nel 2001 il settore acqua ha fruttato 12,2 miliardi di dollari. Rwe serve 70 milioni di persone: guadagno 2001 del settore acqua pari a 1,69 miliardi di dollari.

DUE FILOSOFIE - Si scontrano quindi due filosofie che rispecchiano l'impostazione di forum e controforum. Per i primi l'acqua deve restare un bene universale e un diritto umano (come affermato dall'Onu il 29 novembre 2002), ma può essere "gestita" dai privati. No, ribattono i secondi: la gestione privata in realtà nasconde il possesso di una risorsa strategica (l'acqua è stata protagonista di numerosi conflitti e molti analisti indicano che nel prossimo futuro lo sarà ancora di più) che deve restare di proprietà pubblica.

INIZIATIVE INTERNAZIONALI - Milioni di donne nei Paesi del Terzo mondo, specialmente le più giovani, sono costrette ogni giorno a percorre decine di chilometri per assicurare l'acqua (spesso contaminata) alla propria famiglia. Per questo motivo non possono andare a scuola e trasportano pesi troppo grandi per la loro età con due conseguenze: per la loro salute e, non avendo istruzione, la popolazione femminile resta sempre la più povera e la più sfruttata. Il forum di Kyoto e la giornata mondiale dell'acqua del 22 marzo hanno in evidenza proprio la condizione delle donne rispetto all'acqua.
Come ha affermato recentemente Michel Camdessus, ex presidente del Fondo monetario internazionale e ora coordinatore di un gruppo di esperti finanziari per un progetto Onu e Unesco per l'acqua (ma sono proprio questi titoli a rendere sospettoso il controforum di Firenze): "Gli investimenti pubblici e privati dovrebbero passare da 80 a 180 miliardi di dollari all'anno se si vuole portare l'acqua a un miliardo di persone e realizzare infrastrutture per due miliardi di persone. L'acqua dovrebbe essere pagata come il suolo, il riscaldamento o i parcheggi: più la zona è ricca e più si paga. Si tratta di convincere governi e opinioni pubbliche a praticare una diversa politica tariffaria per limitare gli sprechi nei Paesi ricchi".
In ultima analisi ritorna la prima domanda: chi paga?

Il 3° forum mondiale sull'acqua (in inglese)
Forum alternativo mondiale dell'acqua
Il portale sull'acqua Worldwater.org (in inglese)
Unesco Water Links Worldwide (in inglese)
Osservatorio sull'acqua (in inglese)
Progetto internazionale di legge sull'acqua (in inglese)
Programma mondiale acqua dell'Unesco (in inglese)
Disponibilità di acqua per ogni nazione con l'Italia al 107mo posto su 180 (in .pdf, in inglese)
Il sito della giornata mondiale dell'acqua (in inglese)
2003, anno mondiale dell'acqua (in inglese)
Il sito del Wwf con le richieste ai delegati del summit. Nel sito: la mappa di grandi bacini fluviali; l'allarme grandi dighe; gli appelli da sottoscrivere (in inglese)

Speciale CORRIERE DELLA SERA